Benennidos, ossia benvenuti in lingua Sarda, nel sito del Civico Museo Archeologico di Ozieri.
Inserito nel complesso che fu sede del convento delle Clarisse, completamente restaurato negli anni '90, il Civico Museo Archeologico di Ozieri è dedicato all'archeologia del territorio di Ozieri, impostasi all'attenzione degli studiosi con famosi ritrovamenti dalla metà dell'800 a oggi ed accoglie parte di ciò che rimane dei vecchi ritrovamenti, la raccolta Saturno e Amadu, materiali da indagini recenti.
Conserva nella sezione numismatica parte dei tre tesoretti monetali di Lagostis (1868), Baesia (1875), Tramentu (1894). Altri rinvenimenti del XX secolo, quelli effettuati dal notaio Biddau alla fine dell'Ottocento in un impianto rustico romano, pervenuti al Museo in parte in dono e in parte per acquisto dalla collezione Amadu.
La collezione di bronzi d'uso Cattina e il lingotto Delogu-Tola, acquisiti anch'essi dal Museo con fondi regionali e comunali, costituiscono fra le più importanti testimonianze dell'età del bronzo.
Attraverso varie donazioni (Tola, Mannu, Saturno, Manca, Pinna) sono confluiti al Museo parte dei materiali scoperti nelle grotte di Ozieri e nel territorio nel primo trentennio del novecento quando si riscoprì la grotta S. Michele, in parte già visitata prima dell'intervento del Taramelli.
Gli altri reperti sono un deposito dallo Stato e comprendono materiali preistorici dalle grotte, bronzi votivi dal territorio e una significativa raccolta di forme di fusione, bronzi d'uso e votivi, e una raccolta lapidaria.
Il patrimonio del Museo si è ulteriormente arricchito con tre donazioni private. La donazione Marinelli è composta da ritratti e altri oggetti appartenuti al generale Giannino Baroncelli. La collezione Bandini è anch'essa costituita da ritratti e oggetti personali del magistrato Pietro Cosseddu Virdis.